I KPI più importanti per la redditività del tuo hotel


La pandemia di coronavirus ha avuto, e sta avendo tutt’ora, pesanti ripercussioni sul settore del turismo. Se la prima ondata ha costretto le strutture ricettive a saltare tutta la primavera, senza contare il danno incalcolabile dei mancati introiti per le festività di Pasqua, la seconda ondata mette a serio rischio le festività di Natale e, in aggiunta, la prima parte della stagione invernale, su cui fanno leva soprattutto le strutture ricettive presenti nel Nord Italia e quelle situate nelle immediate vicinanze degli impianti sciistici. Rispetto al 2019 i fatturati sono dimezzati, con i ricavi in costante diminuzione. Non ci vuole dunque la laurea per rendersi conto di come la situazione legata agli hotel non sia delle più semplici, ma anche in un periodo di crisi come questa non va sottovalutata la possibilità da parte degli albergatori di calcolare la redditività della propria struttura, così da impostare una strategia differente al fine di migliorare l’andamento dal punto di vista economico. In primis, il consiglio è di partire con la ridefinizione del budget.

Ridefinire il budget per raggiungere gli obiettivi di breve-medio termine


Quando si ha sotto la propria responsabilità la gestione di un hotel, è normale porsi degli obiettivi di breve-medio termine sulla base di un determinato budget. Ora che la seconda ondata di coronavirus è purtroppo una triste realtà con cui occorre fare i conti, gli albergatori sono chiamati per la seconda volta a ridefinire il proprio budget attuando un’attenta analisi del conto economico, dei ricavi e dei costi. Attraverso la ridefinizione del budget è possibile avere chiare le idee su come comportarsi, con la consapevolezza del fatto che vi sono fondamentalmente due strade da poter seguire: la prima porta a un innalzamento del budget, la seconda invece a una sua massimizzazione. Per quanto riguarda la prima via, è chiaro che si tratti di un’opzione contemplata in particolare in contesti tra virgolette normali, dove cioè si verificano tutte le condizioni più favorevoli per far sì che la propria attività possa decollare. Il secondo caso, invece, è strettamente attuale, visto che si è soliti ottimizzare i costi per ricevere maggiori benefici alla voce ricavi in situazioni di emergenza.

Cosa sono i KPI


In un’analisi più ampia, gli albergatori non possono non tenere conto dei KPI, vale a dire degli indicatori di performance che restituiscono ai proprietari degli hotel tutte le informazioni indispensabili per pesare la reale efficacia della struttura ricettiva e quelli che sono gli obiettivi posti in precedenza. Di fatto, dunque, i KPI sono una voce essenziale per capire realmente l’andamento della struttura. A tal proposito, è importante sottolineare come i due elementi da prendere in maggiore considerazione siano il costo medio della camera e l’indice medio di occupazioni delle camere stesse, in modo da calcolare con rigore scientifico da una parte l’efficienza di un hotel, dall’altra la sua redditività. A seguire analizziamo nel dettaglio quali sono le voci più importanti da prendere in considerazione quando ci si avvia a calcolare i due indici citati in questo capitolo.

OR: Occupancy Rate


OR è l’acronimo di Occupancy Rate, vale a dire il tasso di occupazione, attraverso il quale viene stabilito il rapporto tra il numero delle stanze occupate dai visitatori della struttura e quelle invece disponibili. Come si calcola questo indice? Semplicemente operando la divisione tra il numero delle camere occupate e quello delle camere complessive ancora disponibili. Chi vuole, poi, può moltiplicare il risultato per 100, così facendo avrà tra le mani la percentuale esatta.

ADR: Average Daily Rate


L’ADR, acronimo per la parola inglese Average Daily Rate, è un’altro strumento indispensabile che rientra tra i KPI da prendere in considerazione quando si valutano l’efficienza e la redditività di un’azienda. La tariffa media giornaliera definisce in maniera precisa il costo medio di vendita per camera sulla base di un determinato periodo di tempo e consiste nel rapporto tra il numero delle stanze che sono occupate e i ricavi ottenuti da queste. Per calcolarlo è sufficiente dividere il fatturato complessivo ottenuto da tutte le camere per il numero delle stanze occupate.

CostPAR: Cost per Available Room


Il CostPAR, acronimo per Cost per Available Room, definisce quale sia il costo per la struttura di ciascuna camera disponibile. Conoscere con esattezza il CostPAR aiuta gli albergatori ad analizzare attentamente quale sia il bottom rate da applicare: il bottom rate non è altro che la tariffa più bassa al di sotto della quale non conviene scendere quando si vuole vendere una stanza. Il calcolo del CostPAR avviene dividendo le spese fisse e variabili con i giorni di apertura dell’hotel e il numero di camere disponibili.

RevPAR: Revenue Per Available Room


Siamo giunti alla conclusione del nostro approfondimento sui KPI più importanti per la redditività di un hotel. L’ultimo KPI da tenere sotto controllo è il RevPAR, acronimo per Revenue Per Available Room, che indica il rapporto tra il numero delle camere totali disponibili e i ricavi ottenuti dal pernottamento delle stanze. Per calcolare il RevPAR occorre dividere il fatturato complessivo derivante dalla prenotazione delle camere con il numero delle stanze ancora disponibili.


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