Le nuove priorità dei viaggiatori

L’industria turistica sta attraversando la crisi peggiore di sempre. La pandemia del coronavirus ha rimarcato i confini tra gli stessi comuni, oltre che di regioni e nazioni, mettendo in ginocchio soprattutto i piccoli albergatori. Se da un lato il covid-19 ha portato profonde incertezze in tutto il settore, dall’altra ha contribuito a ridisegnare nuove priorità per i viaggiatori. Durante la fase 2, i turisti andranno in vacanza con consapevolezze diverse rispetto al passato, anteponendo la sanificazione dell’ambiente e la sicurezza del riposo a tutto il resto.

Programma di sanificazione profonda

Per venire incontro alle nuove priorità dei viaggiatori nei mesi in cui tutti saranno chiamati a convivere con il nuovo coronavirus, i proprietari di un hotel dovrebbero pensare ad affidarsi all’outsourcing alberghiero per trovare un’azienda capace di garantire un programma di sanificazione profonda all’interno della propria struttura ricettiva. L’ideale è che tale programma si suddivida in due fasi distinte: una prima fase dove è prevista la sanificazione dell’intera struttura nel momento in cui si ottiene il via libera per la riapertura dal Governo; una seconda in cui il processo di sanificazione viene inquadrato all’interno delle quotidiane pulizie per hotel, sempre nell’ambito però della fase 2. In alternativa al primo caso (riapertura dell’hotel), l’azienda specializzata scelta dall’albergatore dovrebbe garantire una sanificazione profonda anche qualora si dovessere registrare un caso di contagio da coronavirus all’interno dell’hotel.

Rispetto delle linee guida ISS

Un ulteriore aspetto che i proprietari di hotel e alberghi sono chiamati a prendere in seria considerazione in relazione alla sanificazione straordinaria e giornaliera degli ambienti è che si agisca nel pieno rispetto delle linee guida ISS. Durante l’emergenza coronavirus, l’Istituto Superiore di Sanità guidato dal Professore Silvio Brusaferro ha diramato un primo protocollo contenente le regole a cui attenersi per la pulizia degli ambienti chiusi. Nel documento, reperibile sul sito ufficiale del Ministero della Salute, vengono menzionati i prodotti di pulizia contenenti le soluzioni di acqua con alcol etilico al 75 per cento o ipoclorito di sodio allo 0,5 per cento. Inoltre, si pone l’accento su quanto sia importante l’utilizzo dei guanti e degli altri dispositivi di protezione individuale, come ad esempio le mascherine o gli occhiali protettivi.

Personale tecnico specializzato

Ricorrere alla carta dell’outsourcing alberghiero è sì importante, ma lo è altrettanto la verifica dei requisiti indispensabili prima di affidare la sanificazione del proprio hotel a una determinata azienda. La soluzione ideale è quella di considerare esclusivamente le candidature delle aziende di pulizia composte da personale tecnico specializzato e istruito nei minimi dettagli su come agire. Non sempre infatti la prima scelta è quella più corretta. In un momento così delicato per le strutture ricettive, si consiglia di investire sull’outsourcing alberghiero in maniera seria, affidandosi a un’azienda di comprovata esperienza e che ha formato in queste settimane il suo staff specializzato nell’affrontare qualsiasi tipo di emergenza collegata al coronavirus.

Conquistare la fiducia dei clienti

Per conquistare di nuovo la fiducia dei clienti in occasione della riapertura degli hotel è fondamentale offrire loro un servizio di pulizia migliore rispetto a quello della concorrenza. Su questo punto è concorde anche Mark Ashton, che lavora presso la School of Hospitality and Tourism Management dell’Università di Surrey (area metropolitana di Londra). Le sue dichiarazioni sono state riprese dal portale Euronews. Oltre a chi saprà garantire ai turisti i migliori standard di pulizia degli ambienti interni alla struttura ricettiva, usciranno vincitori dalla fase 2 anche gli hotel che ridurranno al minimo i dispositivi di contatto, come ad esempio telecomando del televisore o del condizionatore e tablet.

Passaggio al digitale

In aggiunta alla sanificazione degli ambienti seguendo i protocolli dell’Istituto Superiore della Sanità, la pulizia profonda della camera per un riposo sicuro e l’utilizzo di un personale tecnico specializzato, gli albergatori dovrebbero investire sul passaggio al digitale, offrendo così ai viaggiatori un’esperienza di soggiorno innovativa rispetto al passato e con più garanzie per i clienti stessi. Prima ancora del coronavirus diverse catene alberghiere avevano introdotto il self check-in, una modalità attraverso la quale ciascun cliente può effettuare il check-in digitalmente, senza dover sostare davanti al bancone della reception al suo arrivo. È sufficiente inviare il proprio documento di identità via email, che viene poi usato dallo staff della reception per processare il check-in. A operazione terminata, il cliente riceve dall’albergo una chiave numerica con cui sbloccare la porta della propria stanza quando arriva in hotel, senza dunque aver bisogno della chiave. Il self check-in è già una realtà consolidata in diverse catene alberghiere europee e internazionali, oltre a essere molto apprezzato tra le nuove generazioni di viaggiatori.

Conclusioni

La riapertura degli hotel è vicina, così come l’arrivo della bella stagione, anche se non vi è ancora una data certa su quando gli alberghi apriranno di nuovo. Ad oggi il 95 per cento delle strutture è chiusa, secondo quanto riferito dal presidente di Federalberghi Bocca in un’intervista rilasciata al quotidiano Il Tempo. Sarà un’estate diversa, durante la quale i proprietari degli hotel saranno chiamati a puntare sull’outsourcing alberghiero per affidarsi a una società specializzata nelle pulizie per hotel. Soltanto in questo modo, infatti, riusciranno a rispondere alle nuove priorità dei viaggiatori, alla ricerca di una struttura capace di garantire loro protocolli di sanificazione regolamentati dall’Istituto Superiore della Sanità, ambienti sanificati per un riposo sicuro e impiego di un personale tecnico specializzato.